Per la stagione passata 2015/2016, i primi sei campionati di calcio in Europa hanno incassato complessivamente 533 milioni di euro da questo canale. Il risultato è che comandano le TV, i tifosi più appassionati a casa o criminalizzati, milioni di commissari tecnici confinati al bar o sul divano del salotto, denaro distribuito in modo diseguale ai bilanci ballerini delle società, e destinazione finale del bottino a vantaggio di fondi d’investimento, procuratori, intermediari vari, oltre, naturalmente, all’ampia fetta destinata al fisco. Gran parte delle società di calcio sono infatti controllate, o finanziate a strozzo da fondi speculativi che praticano il sistema TPO o TPI (Third Part Ownership o Investment.). Chi entri nei negozi delle società di calcio – tutte ne hanno uno, ormai, oltre all’immancabile vendita online – osserva con stupore prezzi esagerati per qualsiasi prodotto, dai profumi alle penne agli accappatoi e persino alla biancheria intima, su cui sono riprodotti i colori sociali, i loghi delle squadre (il diavolo per il Milan, l’asinello del Napoli, l’aquila laziale ecc.). Ma a causa della penalizzazione di 2 punti comminata per un ritardo della società guidata da Fabio Petroni nel pagamento degli stipendi in scadenza a marzo 2020 (per un ammontare di circa 70.000 euro), chiude al terzultimo posto retrocedendo direttamente.
In particolare, le scuole che hanno ottenuto il maggior numero di donazioni sono le scuole secondarie di primo grado Bernardo Pasquini di Massa e Cozzile (Pistoia) e Pirandello – Svevo di Napoli e la primaria G. Tombari di Grosseto, che hanno ricevuto in dono rispettivamente 485, 415 e 331 libri dagli italiani, a cui si andrà aggiungere entro marzo il contributo degli editori. E in modo corrispondente, i libri del segmento “infanzia” donati sono in tutto ben il 17% del totale, mentre il 54% è rappresentato dai libri dedicati ai ragazzi delle Scuole primarie, il 22% a quelli delle Scuole secondarie di primo grado e il 7% a quelli delle Scuole secondarie di secondo grado. Peccato davvero, perché continuiamo, tutto sommato, ad amare quel gioco imprevedibile, quei ragazzi ad inseguire un pallone; le maglie senza scritte e prive di loghi erano i simboli, modesti ma positivi, di un’identità forte, i segni di un’appartenenza alla propria città o regione, i colori di un amore sincero, generoso, disinteressato.
Tutte le iniziative attivate dai partecipanti vivranno per tutto l’anno sulla piattaforma del progetto che continua a essere uno strategico punto di incontro per la comunità che gravita intorno alla scuola e alla passione della lettura, e che solo dal 21 al 29 ottobre ha registrato 1.974.279 accessi. E assieme ai bomber stagionati crescono pure giovani dal domani brillante: il gallese Harry Wilson, in prestito al Derby County dal Liverpool, è sulla bocca di tutti almeno dalla rete con cui ha punito il Manchester United in Coppa di Lega, lo scorso settembre. Nelle successive due manifestazioni (Rio de Janeiro nel 2002 e Buenos Aires nel 2006), il calcio a 5 è stato presente, ma con il regolamento previsto dalla FIFA. Dopo due minuti di gioco gli azzurri rimasero in dieci uomini per l’infortunio del centromediano Luis Monti (in quel periodo non erano previste sostituzioni) e nel giro di dieci minuti si trovarono in svantaggio di 3 reti a 0. La partita si trasformò, per l’appunto, in una battaglia e nel secondo tempo l’Italia accorciò le distanze con due gol di Giuseppe Meazza, che negli ultimi minuti colpì la traversa con un colpo di testa. Due importanti club spagnoli, il Siviglia e l’Atlético Madrid sono riusciti a contrastare in patria il duopolio Real Madrid -Barcellona e conseguire trofei internazionali agendo in sinergia con i fondi, ossia, per parlare chiaro, divenendo strumenti nelle loro mani, cedendo i debiti in cambio di quote societarie, diritti televisivi, introiti pubblicitari, ipotecando beni immobili e stadi.
Poiché Rupert Murdoch e Berlusconi non hanno bisogno dei nostri soldi, evitiamo accuratamente di comprare abbonamenti e pacchetti televisivi, ed il giornale sportivo lo sfogliamo velocemente al bar. Un mondiale a 48 squadre avrebbe una durata interminabile, danneggerebbe probabilmente in modo decisivo gli interessi dei grandi club europei e sudamericani, che, in fin dei conti, sono quelli che pagano gli stipendi ai calciatori, ma gli sportivi si sono abituati ed adeguati ad ogni forzatura. Si affida l’organizzazione di eventi di portata planetaria, come il campionato mondiale per squadre nazionali al Bahrein, segno che il potere si è spostato ad Est come i flussi di denaro, e si ipotizza addirittura, per coinvolgere i giganti asiatici, la partecipazione di ben 48 squadre. La prima volta risale al 5 aprile 1916 quando una selezione mista di calciatori dell’Inter e del Milan, vestiti in maglia azzurra (in onore della nazionale italiana) con stemma della città di Milano sul petto, vinse 4-0 contro una rappresentativa formata da calciatori delle altre squadre milanesi. 2017, la grande campagna ideata e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con l’Associazione Librai Italiani (ALI), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) e Libriamoci!