Juventus, la squadra più titolata d’Italia, seguita nell’albo d’oro dall’Inter, l’unica sempre presente in massima serie, e dal Milan -, si aggiunse infatti un sempre maggiore seguito da parte di tifosi e mass media, facendo definitivamente del calcio lo sport nazionale italiano, soppiantando il ciclismo. Al termine delle trentotto giornate, la squadra prima classificata guadagna il titolo di campione d’Italia, vincendo lo scudetto, ed è ammessa di diritto alla UEFA Champions League. Lo stesso argomento in dettaglio: Coppa Campioni d’Italia, Scudetto (sport) e Stella (sport). Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti televisivi del calcio in Italia. Tra le maglie più riuscite si sottolinea ovviamente quella di Italia ’90, anche al di là dell’esito vittorioso per la Germania Ovest. Record di presenze e reti in tutte le competizioni ufficiali, comprese anche le partite di coppa. 1997-98, quando la Serie A arrivò a qualificare un record di ben nove squadre alle coppe europee. Anche le squadre giunte dal secondo al quarto posto sono qualificate per la fase a gironi della competizione.
Ha fatto scalpore la scelta della Danimarca e di Hummel che si sono presentati al via della manifestazione in Qatar con tre maglie monocromatiche, nella quale anche i loghi sono quasi invisibili. La terza maglia del Cerezo è in realtà una versione in blu e rosa delle maglie principali che abbiamo già visto lo scorso febbraio. Criticatissima per la presenza delle sfumature blu navy ai lati del petto che davano l’impressione di sudore, quella del 2006 è probabilmente la maglia più presente nei cassetti degli italiani. Inoltre, le partite a eliminazione diretta in realtà erano gironi comprendenti solo due squadre in cui non si teneva conto del punteggio aggregato – concetto che non era stato ancora introdotto all’epoca – ma, come in ogni raggruppamento con più di due squadre, la vittoria valeva due punti, il pareggio uno e la sconfitta zero; fece eccezione la stagione 1925-26, in cui fu fugacemente introdotto il quoziente reti per discriminare i pari merito in classifica (nei raggruppamenti a due sole squadre la compagine con il quoziente reti migliore è automaticamente quella che ha prevalso nel punteggio aggregato). Sino alla fine degli anni 20 del Novecento, il titolo italiano – che dal 1925, cioè dall’introduzione della patch dello scudetto, per metonimia viene usualmente definito tale – veniva assegnato attraverso gironi plurimi su base territoriale e successive fasi a eliminazione diretta.
Inoltre, le fasi finali non erano sempre a eliminazione diretta: nel 1926-27 e 1927-28 il titolo fu assegnato con un girone finale a sei o a otto squadre. La stagione 1929-30 rappresentò il principale spartiacque nella storia del torneo: fu infatti adottata in maniera pressoché stabile la formula del girone unico, con incontri di andata e ritorno, un ulteriore passo in avanti rispetto ai precedenti tre campionati, che, pur essendo – in virtù della carta di Viareggio – di fatto professionistici e su base nazionale, erano strutturati su due gironi. I gironi plurimi su base regionale sopravvissero fino al 1921-22 al Nord e al 1925-26 al Sud. Il primo campionato su base nazionale fu quello del 1926-27, con le venti squadre ammesse (diciassette del Nord e tre del Sud) ripartite in due gironi da dieci, stilati senza seguire alcun criterio geografico. Nella stagione 1929-1930 disputa il campionato di Terza Divisione Campana, scontrandosi con nobili decadute del calcio italiano come il Savoia (che solo pochi anni prima – era il 1924 – aveva sfiorato lo scudetto venendo eliminata solo nella finalissima dal Genoa).
Nel 1912 e nel 1913, prima dell’incorporamento del paese nell’Unione Sovietica, si tennero alcuni incontri tra una rappresentativa dell’Azerbaigian e una rappresentativa della Georgia, a Tbilisi e a Baku. 1981-82, al dodicesimo posto nel ranking europeo, dietro a tornei generalmente considerati di secondo piano come quelli di Belgio, Unione Sovietica, la nuova maglietta della juventus Germania Est e Cecoslovacchia. L’anno successivo non seguì i ramarri in Serie C, preferendo continuare a giocare tra i dilettanti dell’Azzanese: tornerà anni dopo al Pordenone come allenatore delle giovanili, guidando i neroverdi (categoria giovanissimi) al titolo di campioni regionali e al terzo posto ai campionati nazionali (1988-1989) dietro Bologna e Napoli, a pari merito con il Torino. A contrastare non episodicamente il dominio dell’asse milanese-torinese sono state, limitatamente al periodo interbellico e al secondo dopoguerra, il Bologna e l’altra torinese, il Torino. Fin dalla nascita del girone unico, era infatti tradizione che le partite si disputassero in contemporanea nel pomeriggio della domenica – con il fischio d’inizio in orario variabile, dalle 14:30 nei mesi più freddi alle 16:30 nei periodi più caldi -; una prassi consolidatasi nel secondo dopoguerra, grazie alla sopraggiunta copertura radiofonica di Tutto il calcio minuto per minuto. Singole magliette, completi (maglie e pantaloncini) e tanti altri prodotti sportivi introvabili nei negozi fisici.
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