Grazie all’indicazione iniziale, il lettore è informato che sta leggendo la trasposizione scritta di un colloquio telefonico e non di un faccia a faccia. Come si faccia ad ubriacarsi con quella birra è un mistero che non scopriremo mai. PRESIDENTE. Onorevole Scotto, anche lei ha chiesto la parola sul processo verbale, però. Ne descrive un gustoso esempio Gian Antonio Stella, a proposito di un incontro con l’ex presidente della repubblica Giovanni Leone. Sergio Zavoli condusse per la Notte della Repubblica una serie di celebri interviste televisive. Non a caso è sui giornali che troviamo le interviste “ritratto”, dove si cerca di descrivere un personaggio in profondità. Al contrario sui giornali bisogna fare attenzione al contesto in cui una frase è stata detta, al tono, e si rischia spesso di ribaltare la realtà. Bisogna ammettere però che il lettore non riceve la stessa qualità e quantità di informazioni di un incontro a tu per tu. Mario Furlan ci dà un esempio di quanto sia importante il fattore tempo: “Augusto Minzolini, cronista parlamentare, lascia parlare i politici per ore di file: alla fine i freni inibitori che hanno con un giornalista vengono meno, gli dicono cose riservate, e lui le pubblica”.
Come abbiamo già accennato, il giornale a volte subisce la potenza di certi grossi e preziosi personaggi, i quali non esitano a pretendere che il giornalista gli presenti per iscritto e per tempo le domande. Intervistare la stessa persona per un giornale o per un’emittente televisiva non è la stessa cosa. Ci sono persone che danno il meglio di sé in televisione, ed altre che invece devono essere intervistate per forza sul giornale. In poche domande è difficile scardinare le difese di un interlocutore reticente; viceversa se c’è tanto tempo a disposizione l’interlocutore generalmente tende ad aprirsi, a dare più elementi interessanti nelle sue risposte e a parlare di sé in modo meno superficiale. Davanti alla telecamera no: c’è il rischio di prendere delle topiche clamorose, e per questo gli intervistati rischiano molto di più. Quando gli facevano una domanda lui si prendeva un attimo di pausa, guardava le punte delle scarpe, si concentrava e rifletteva sulle risposte, pensava a quello che diceva. Da qui in avanti l’autrice usa le domande immaginarie per spezzare il ritmo delle sue riflessioni sui temi d’attualità espressi con il consueto stile vibrante, polemico nei toni e decisamente aggressivo. La tv secondo lei ha influenzato il modo di fare le interviste sui quotidiani?
Nelle interviste scritte c’è un maggior lavoro del giornalista in sede di rielaborazione, perché per essere in linea con lo spazio e per rendere leggibile il colloquio l’autore deve esercitare una attenta opera di “taglia e cuci”. Il giornalista raccoglie le sue dichiarazioni, e poi le rielabora in forma diretta, come se avesse incontrato di persona l’intervistato. C’è sempre un giornalista che pone le domande e un intervistato che risponde, eppure dal punto di vista tecnico possiamo parlare di due incontri differenti per diversi aspetti, che ora analizziamo. Dal 1º gennaio 2014 l’azienda ha ufficialmente ceduto la proprietà della società milanese Tre Marie ricorrenze srl alla Galbusera, tranne la divisione cornetti surgelati. Retrocesso nella nuova Prima Divisione a carattere interregionale istituita dalla Carta di Viareggio. Nel panorama dell’informazione on-line, si sta facendo largo la tipologia nuova dell’intervista via e-mail, attraverso cioè un la posta elettronica. Inoltre grazie a questa nuova opportunità si possono raggiungere persone difficilmente contattabili in altro modo. Bastava che una persona sollevasse un qualche interesse per trattenerla a lungo, spesso al di là del necessario Credo di aver parlato con migliaia di persone senza pormi il problema di farmi dire cosa mai dette prima: non ricercavo, insomma, maglie lazio lo scoop.
Ricominciamo da qui: “Rientro previsto al Brixia e al Vallonia per preparare la Cyclassics di Amburgo, invece un leggero stiramento muscolare mi fa saltare quelle corse. Quelli della televisione, per diversi motivi, imparano presto le tecniche dell’intervista. Questa disparità di tempi tra i colloqui riportati in forma scritta e quelli televisivi è determinante: da questa aspetto, infatti, dipendono anche tutti gli altri elementi che analizzeremo. Inoltre non si raggiunge quasi mai la profondità di un colloquio di 4 ore, proprio per la questione dei tempi. Abbiamo già descritto la tecnica di riprodurre in forma di botta e risposta (come se il colloquio fosse stato a tu per tu) una conferenza stampa. “Le vere interviste, quelle dove si può ottenere delle informazioni realmente interessanti, rimangono ancora quelle fatte per la stampa. Mi lusingava invece lo scoprire, talvolta, che mi venivano dette cose di cui l’interpellato non si credeva capace, e che perciò non aveva ancora detto”. Potete perciò immaginare il suo stupefatto furore (“Chiamo i carabinieri! Chiamo i carabinieri!”) quando realizzò che così com’era il Corriere non gliela avrebbe pubblicata mai e dunque sarebbe stata integrata dalla chiacchierata registrata.